Genere: Lettera, drammatico, riflessivo

Lunghezza: c. 4k

Lingua: Italiano

Stato: Concluso

Mi abbandono al rimorso e alla solitudine, lasciando che ogni mia sensazione svanisca.

- Lettera a Joyce

Trama

In una stanza silenziosa e illuminata da una piccola finestra, una donna anziana giace nel suo letto, incapace di alzarsi a causa di una salute ormai compromessa. Con una mano tremolante, scrive una lettera indirizzata a Joyce, un’amica che non sente da oltre due anni ma che sente ancora vicina, come se il suo spirito fosse lì con lei. La lettera, che non verrà mai inviata, diventa un racconto intimo dei suoi ultimi pensieri, dei rimpianti che la tormentano e delle scelte che l’hanno portata a ritrovarsi sola in quella stanza.

La donna riflette sui suoi errori, soprattutto quelli commessi come madre. Ricorda con dolore le parole di sua figlia, che l’ha sempre descritta come una donna distante e dal carattere difficile, una madre assente che ha lasciato cicatrici profonde. La figlia, ormai adulta, ha smesso di visitarla, limitandosi a brevi e fredde apparizioni. L’ultima volta che si sono viste, la figlia se n’è andata irritata, lasciando la madre con il rimorso di non averle mai detto quanto l’amava.

Nonostante il dolore, la donna non biasima sua figlia. Sa di averla delusa, di non essere stata la madre che avrebbe dovuto essere. Con il cuore spezzato, ricorda di non aver mai conosciuto i suoi nipotini, un vuoto che le pesa più di qualsiasi altra cosa. In un momento di lucidità, chiede a un’infermiera di cercare una foto di sua figlia su uno di quegli “apparecchi elettronici” che permettono di vedere tutto e tutti. Quando le viene mostrata un’immagine di sua figlia felice, con il suo compagno e i due bambini, la donna fa stampare e incorniciare la foto, chiedendo di appenderla di fronte al suo letto.

Ma ora, mentre la sua vista si affievolisce e i colori svaniscono, non riesce più a distinguere quella foto. Si abbandona al rimorso e alla solitudine, sentendo che la fine è vicina. Improvvisamente, un trambusto irrompe nella stanza. Mani sconosciute stringono la sua, voci confuse le si avvicinano. Tra i suoni indistinti, riconosce un singhiozzo e, infine, una voce.